Nicatedda Weekly - #5 - 11 ottobre 2025
Non si programma, non si decide, non si amministra: si improvvisa.
NICATEDDA WEEKLY


È terminata, forse, una estate un po’ strana.
Nonostante l’arrivo dell’autunno, con l’aria un po’ più fresca a rischiarire le idee, a Monteparano persiste un modo curioso di fare le cose.
Non si programma, non si decide, non si amministra: si improvvisa.
E, a forza di improvvisare, il confine tra la buona volontà (che sovente riconosciamo) e la cattiva politica diventa sempre più sottile.
I volontari si occupano di fare, sistemare, abbellire… e poi c’è chi se ne prende i meriti con arroganza e la solita storia del “faccio come mi pare”.
IL CASO ERAV - dal “grazie di cuore” al “fuori dai piedi”
Negli ultimi mesi i volontari dell’associazione ERAV, presieduta da Andrea Nobile, si sono occupati della pulizia del verde pubblico.
Lo hanno fatto gratuitamente, con l’aiuto di volontari e di alcuni ragazzi affidati dal tribunale per scontare i servizi sociali.
Una iniziativa che, almeno in apparenza, sembrava una bella notizia.
Certo l’ennesimo caso in cui i cittadini fanno quello a cui dovrebbero provvedere i nostri amministratori.
Ma c’è un dettaglio che fa la differenza: mancava qualsiasi autorizzazione ufficiale alla manomissione della proprietà comunale.
Nessuna determina, nessun atto di indirizzo, nessuna convenzione, nessuna firma del responsabile comunale.
Solo “permessi ufficiosi” arrivati, guarda caso, da un consigliere di maggioranza.
Nel frattempo sui social di Forza Italia Monteparano abbiamo letto post elogiativi dell’iniziativa, elargendo complimenti e foto patinate. Senza accorgersi, così facendo, di certificare l’incapacità politica della maggioranza che sostiene.
E il bello arriva adesso.
Terminati i lavori di pulizia il sindaco invia una lettera all’associazione: sfratto immediato dalla loro piccola sede nei pressi del centro anziani.
Nessuna spiegazione, nessuna motivazione, solo l’ordine di lasciare tutto.
E così si chiude il cerchio: prima si usano le persone per farsi belli, poi le si scaricano quando non servono più.
La cifra stilistica di questa amministrazione, l’ “usa e getta”.
Dal “grazie di cuore” al “fuori dai piedi” il passo è breve.
Che politica è questa?
Questa è la domanda delle domande. Perché non si tratta solo di verde pubblico o di spazi comunali.
È una questione di metodo, di rispetto e di serietà amministrativa.
Non puoi lodare chi si impegna e poi punirlo quando non ti serve più.
Non puoi decidere a sentimento, in base alle simpatie o al budget elettorale.
Non puoi, o meglio non si dovrebbe, fare politica così.
Ma questa è la costante di questa maggioranza: annunci roboanti, zero atti.
Tutto a voce, tutto a occhio.
E non è la prima volta che il nostro gruppo sottolinea queste incongruenze.
Abbiamo più volte rimarcato che fare interventi sul territorio, anche piccoli, senza le dovute autorizzazioni è controproducente, per l’amministrazione e la cittadinanza.
Cerchiamo sempre di dare la nostra visione, o la nostra alternativa, ma tutto alla fine viene buttato nel calderone della mistificazione, a favore della campagna elettorale permanente.
Promesse da “campo”
L’esempio lampante è il campo di calcetto.
A marzo 2024, in occasione dell’inaugurazione delle attività del campo di calcetto, lanciai sui social la proposta di intitolare proprio il campetto ad un nostro concittadino. Per questo presentai anche una mozione in Consiglio Comunale approvata all’unanimità.
Presa da tutto il clamore social la sindaca, prontissima, commentò che si sarebbe attivata immediatamente per far partire l’iter.
Dopo più di un anno nessun passo avanti, nessun documento, nessuna azione.
Ora diranno che si sono interessati, che hanno visto, che hanno detto. Ma non c’è nessun atto ufficiale. Nulla.
Questo è il paradosso.
Quando c’è da fare qualcosa per davvero, tutto tace.
Quando c’è da fare scena allora spuntano le targhe, i cartelli e i selfie.
Annunci, improvvisazioni e selfie di gruppo
È questo il vero problema: l’illusione amministrativa.
Un’amministrazione che si muove a vista, che confonde la gestione del Comune con quella di un gruppo WhatsApp, e la cosa più grave è che tratta i cittadini e le associazioni come strumenti di consenso.
Un amministrazione che non risponde mai nel merito, ma al massimo posta qualche frecciatina generica di quelle che avremmo potuto concepire ai tempi della nostra adolescenza.
Non abbiamo bisogno di piccoli reucci con il megafono, ma di persone che conoscano le regole, che le rispettino e che sappiano cogliere ciò di cui ha bisogno davvero la nostra comunità.
Non basta un post per dire che si amministra.
Serve una visione, una direzione, una strada giusta.
👋 E adesso tocca a te
Se hai letto fino a qui, grazie davvero.
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Ci leggiamo la prossima settimana!
Alex



