Nicatedda Weekly - #6 - 18 ottobre 2025

Lettera aperta al Sindaco di Monteparano, Maristella Carabotto.

NICATEDDA WEEKLY

Alex

10/18/20253 min read

copertina newsletter settimanale di alex borsci consigliere comunale a monteparano nicatedda weekly
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LETTERA APERTA AL SINDACO, MARISTELLA CARABOTTO


Ciao Maristella,

Oggi non ti scrivo da Consigliere Comunale ma da cittadino.

In questo numero di Nicatedda Weekly avevo previsto di parlare di alcune cose che secondo noi non vanno e di riportare alcune segnalazioni ricevute dai cittadini… e invece ti parlo da uomo che ieri sera si è trovato davanti a qualcosa che non dimenticherà facilmente.

Nei giorni passati ho appreso ciò che stava accadendo con l’associazione ERAV, e quindi ho cercato di capirne di più chiedendo notizie ad Andrea Nobile. Lui di risposta mi ha invitato ad assistere alla consegna dei viveri per le famiglie in difficoltà. Ammetto che non volevo andarci. Non perché fossi disinteressato alla cosa, ma per rispetto e per pudore. Non volevo ferire la dignità di chi, con un coraggio che spacca il cuore, tende la mano in cerca di aiuto.

Dopo tutte le sue insistenze, alla fine, ci sono andato.

E con i miei occhi ho visto una parte del nostro paese che non chiede, non si lamenta, non parla, ma soffre in silenzio. Persone che quando le incontro per strada mi salutano sempre con un sorriso e che ieri erano lì, in fila, in attesa del proprio turno: due pacchi di pasta, due di pomodoro, uno di riso, due di tonno, due di marmellata, uno di fette biscottate.

Un elenco semplice, straziante nella sua semplicità, ma carico di tutto ciò che serve per sopravvivere.

Non ti nascondo che mi sono sentito piccolo, impotente e disarmato. E non ti nascosto che, una volta arrivato a casa, ho pianto. Non per pietà, quella è la sorella ipocrita dell’indifferenza, ma per vergogna: troppo spesso la politica queste cose non le vede, oppure fa finta di non vederle.

Però, nonostante quel mio imbarazzo iniziale, quelle persone mi hanno accolto con calore. Mi hanno sorriso, stretto la mano, parlato. Ho apprezzato nelle loro parole una dignità rara, fatta di sorrisi e di gratitudine. Mi hanno raccontato delle loro difficoltà, dei problemi di salute, dei figli, del lavoro che non c’è più. Un viaggio umano nella vita degli umani.

E tra quelle voci, cara Maristella, c’era anche del sincero dispiacere per la decisione di togliere quella sede all’associazione di Andrea.

Lo so bene: Andrea è un tipo difficile. E, secondo me, lo sa pure lui.

È stato difficile anche con me. Mi ha attaccato, provocato, finanche minacciato. Episodi che conosci.

Ma dopo ieri sera non riesco a pensare che la soluzione giusta sia togliere a lui e alla sua associazione la sede che usano per questo servizio. Qualunque cosa tu voglia farci li.

E non si tratta di premiarlo, si tratta di non punire indirettamente chi ha bisogno.

Quella piccola stanza, quello spazio riservato e protetto da un muretto, è diventato per molti un punto di riferimento, un luogo di speranza in questa vita difficile.

Non importa se dietro c’è un carattere scomodo o una persona che ci fa perdere la pazienza: quello che conta davvero è il bene che riesce a generare.

Maristella, per quello a cui ho assistito ieri, ti chiedo di fare un passo indietro.

Non farlo per Andrea, fallo per quelle famiglie. Fallo per la dignità di chi ogni mese lì trova un pacco di pasta e un po’ di umanità.

Non si perde autorevolezza quando si cambia idea per una buona causa. Al contrario si guadagna rispetto e anche un po’ di dignità politica.

Ho sempre creduto che Monteparano abbia bisogno di amministratori che sappiano ascoltare, che sappiano andare oltre i caratteri, i contrasti e le antipatie.

Il bene non si manifesta sempre in maniera perfetta. Capita che sia disordinato, rumoroso e difficile da gestire. Ma resta bene.

E allora da cittadino ti chiedo questo: lascialo lì fino alla naturale scadenza del contratto. Lascia che quello spazio continui ad essere, ancora per un po’, rifugio per chi ha bisogno.

Non è una resa. È un atto di giustizia.

E anche di fede.

Con rispetto,

Alex


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